Palamara racconta, colpisce, affonda. Anche il sistema giudiziario ha la sua “gola profonda” che “da buoni consigli, quando non può dare cattivo esempio”. Ora io mi chiedo: a che serve tutto ciò? Se la giustizia non è la ragione di una riforma che punti non su slogan ed accuse ma ragionamento? A che ci serve Luca Palamara? Se non a fare cortile? Parte civile in questa storia è Montesquieu e la separazione dei poteri. Parte civile sono i centinaia di magistrati perbene che subiscono una terribile generalizzazione. Parte civile sono le vittime dell’utilizzo consortile della giustizia. È avvenuto con i politici a partire dagli anni di tangentopoli. Poi con i dipendenti comunali oggi con i magistrati. Disegnare nella notte nera tutte le vacche nere. Che ce ne facciamo di Palamara se ciò non porta a nulla? Rivorremmo i Luigi Ferrajoli, un livello alto di ragionamento, non i palamara ed i “palamari”. Vorremmo non più sentire parlare di unicost, di magistratura democratica, di autonomia ed indipendenza come bande armate ma di diritto, di giustizia. Ci meritiamo davvero un paese di imposture e di macchiette?
